viernes, 25 de mayo de 2018

“Los 7 Pecados Capitales de las NN.TT.”

Con motivo de una visita docente a la Università degli Studi di Bergamo en la que tenía que hablar de los MRP (Movimientos de Renovación Pedagógica), volví a curiosear la revista Acción Educativa, número 97 de enero de 1998, hace 20 años. Casi no recordaba que fue un momento en el que junto a Grassa Toro fui miembro del Consejo de Redacción de la revista. Pero lo que me sorprendió es volver a leer mi artículo “Los siete pecados capitales de las NN.TT.”. Me parecieron tan actuales, me sorprendió mi capacidad visionaria, que he decidido ir metiéndolos poquito a poco en mi blog. 

“Es obligado comenzar intentando acotar el término nuevas tecnologías para asegurarnos de que nuestro interlocutor está descodificando la misma idea que nosotros pensamos estar transmitiendo. 
Desde hace una década [1980-1990] con la popularización, mejor dicho, con la irrupción del ordenador, del computador, como un electrodoméstico más, se comenzó a utilizar esta terminología. Con la misma se trata, por una parte, de buscar una denominación más comprensiva y más importante que la de informática y por otra, se previene del error en que puede hacernos caer la aparición de nuevos cacharros (hoy mismo puede estar naciendo uno) que no sabemos donde clasificar y que utilizan en algún momento la tecnología informática. Piensen en el tamagotchi. 
La informática significó la aplicación de operaciones eléctricas y electrónicas para resolver problemas de tratamiento de datos muy numerosos como son los censos. De ahí, que utilice un lenguaje binario, un lenguaje máquina que convierte en dígitos cualquier información. 
Por esto, me gusta referirme con el término nuevas tecnologías a aquellas que en algún momento del tratamiento de la información la digitalizan. Entiendo como nueva tecnología: el tamagotchi, las máquinas de video-juegos, los ordenadores, la televisión por cable o por satélite, la fotografía digital, el teléfono móvil o el periódico elaborado en distintas ciudades.  
Igual que los cristianos católicos tienen los siete pecados capitales: soberbia, avaricia, lujuria, ira, gula, envidia y pereza (Perdón, pero pensé que al lector como a mí, se le habrían olvidado) las nuevas tecnologías tienen pecados capitales en los cuales caen fácilmente. 
[Injusticia. Engatusadora. Pasividad. Infraestima. Individualidad. Soberbia. Control.]

martes, 22 de mayo de 2018

Aprendizaje colaborativo_Bergamo_grupo B

La semana pasada estuve haciendo una visita docente en la Università degli Studi di Bergamo. Una de las sesiones era un taller, una clase práctica en la asignatura de Laboratorio ordinamentale di didattica II  de la profesora Cristina Casaschi en la que pusimos en acción la técnica denominada PUZZLE con un grupo de estudiantes de segundo año de Scienze della Formazione Primaria en la que trabajaron el artículo COMUNITÀ VIRTUALI PER L’APPRENDIMENTO E NUOVE TENCOLOGIE de Stefania Manca – Luigi Sarti.
Este segundo trabajo corresponde al grupo compuesto por, Lavoro eseguito da


LABORATORIO DI DIDATTICA II - LAVORO DI GRUPPO
 Metodologia Jigsaw

BRAGAGLIO VERONICA
MORESCHI NICOLE
PELLEGRINI ILARIA
PEZZOTTI GRETA
ROSSONI MARIA ELENA

INTRODUZIONE
Il saggio “Comunità virtuali per l’apprendimento e nuove tecnologie” considera nella sua parte introduttiva , due prospettive di apprendimento decisamente e assolutamente contrapposte. Da un lato si disquisisce sul cosiddetto modello tradizionale, incentrato in maniera fondamentale sulla trasmissione dei saperi ai discenti ad opera dell'insegnante. In questo caso l'apprendimento risulta essere raggiunto se e solo se è possibile quantificare in maniera oggettiva e universale le conoscenze in questione.
Si contrappone al paradigma tradizionale un approccio che negli ultimi tempi si sta evolvendo sempre più, imponendosi nel panorama educativo. Questo, dà forte rilevanza alle cosiddette comunità di apprendimento. In questo contesto, l'apprendimento non si attua come una mera trasmissione di saperi, bensì si sviluppa in modo situato e del tutto attivo. Il suddetto approccio di matrice costruttivista, sottolinea l'importanza dell'efficacia di un apprendimento di gruppo, nel quale il supporto dei partecipanti interviene nella zona di sviluppo prossimale del singolo.
Vengono presentate diverse Comunità di apprendimento, tra cui le “Communities of Learners”, le “Knowledge Building communities”, le “Learning communities” e le “Communities of inquiry”. A partire dall’approccio costruttivista si sono innestati anche gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni. Recentemente infatti sono nate le Computer Supported Collaborative Learning, da intendersi come meccanismi di superamento dell'ottica tradizionale d'insegnamento hic et nunc, tipico dello spazio classe. Le CSCL promuovono la proliferazione di molteplici contesti culturali e sociali variopinti ai quali ancorare il processo di apprendimento.
Un’ulteriore innovazione consiste nella Comunità di pratica, che attraverso la reificazione e la partecipazione dei membri del gruppo, enfatizza il processo dialogico nelle dinamiche di apprendimento.
Comunità virtuali per l’apprendimento e comunità di pratica
Le comunità di pratica hanno alcune caratteristiche fondamentali: in particolare, esse sono basate sulla condivisione, da parte di tutti i membri della comunità, di un’idea da portare avanti, un obiettivo comune. Per fare ciò, non è indispensabile che i componenti del gruppo condividano lo stesso spazio, anzi, possono anche essere lontani fisicamente e avvalersi dunque di un supporto telematico. La principale peculiarità di questo tipo di comunità è però racchiusa nell’attributo “di pratica”: infatti in questa comunità il fare non è fine a se stesso, ma si autentica in corso d’opera, nella situazione spazio - temporale in cui si fa qualcosa. La dimensione dell’“essere situato”, quindi, è molto forte e sentita, poichè contribuisce alla riuscita della richiesta iniziale. Molto spesso questo fare ha come esiti prodotti concreti e tangibili, mentre altre volte no; però, sempre, i prodotti della comunità di pratica hanno un rimando semantico condiviso dalla società.
Nella comunità di pratica assumono una posizione di rilevanza i problemi, veri e concreti, utili per comprendere come le richieste sono calate nella vita, per riuscire a risolverle completamente. La risoluzione nasce dalla combinazione di abilità e conoscenze, al fine di applicare, consolidare e implementare le competenze. Questo perchè le conoscenze, nella comprensione pratica diventano significative attraverso il fare.
Oltre a sviluppare nuove competenze, la comunità di pratica contribuisce a sviluppare l’identità di sè, l’identità: i membri della comunità, divenendo sempre più esperti circa il compito preposto al gruppo, diventano sempre più consapevoli di sè, fino a maturare globalmente. La messa in condivisione del proprio patrimonio culturale porta a un arricchimento circolare: io condivido ciò che so e apprendo quello che gli altri desiderano mettere in comune. Non esiste più nulla che è solo proprio. Inoltre in questo modo i neofiti alla comunità di pratica, se inizialmente non sono abituati a questa modalità di lavoro, a poco a poco diventano sempre più esperti: da una posizione marginale assumono importanza fino a diventare elementi centrali della comunità, secondo una direzione centripeta.
In sintesi, la comunità di pratica è utile in diverse situazioni, funzionali per condividere e per imparare a sfruttare ciò che gli altri possiedono; unica pecca è la difficoltà di progettare nel momento in cui si adoperi una rete, a causa della lontananza fisica.
Le esigenze che emergono e le funzioni che le possono soddisfare
La comunità virtuale vive grazie ai servizi della piattaforma telematica. Il ruolo della tecnologia per l’efficacia della comunità, intesa come contesto di apprendimento, definisce i flussi comunicativi e le modalità di produzione. Questa però, pensata a supporto delle attività, è diversa dalla tecnologia collaborativa perché la prima fa da supporto per le interazioni e gli cambi comunicativi ma non “orienta” le attività, mentre la seconda è finalizzata alla creazione di nuovi modi comuni di vedere, agire e conoscere.
Le esigenze per la comunità virtuale sono divise per categorie: la prima è quella della comunicazione. Un sistema di supporto dovrebbe rendere disponibile uno spazio dinamico di discussione e cooperazione strutturabile a più livelli per argomenti, fasi progettuali, obiettivi educativi, ecc. La piattaforma di comunicazione dovrebbe poter ospitare approcci basati sulla produzione cooperativa di elaborati, il che richiede a sua volta una stretta integrazione con la base di conoscenza che costituisce la memoria relativamente stabile della comunità. Devono essere garantite diverse modalità di comunicazione, che possono essere basate sia su testo asincrono (bulletinboard) sia sincrono (chat), su audio (audio - conferecing), video (desktop conferencing, video conferenza), grafica computerizzata (MOO/MUD). Le possibilità di comunicare devono consentire di connotare diversamente i vari sotto - ambienti di discussione a seconda dei diversi obiettivi che in essi vengono perseguiti, per potere diversificare sia gli aspetti funzionali e organizzativi, che di conseguenza quelli di presentazione e interfaccia. Ci deve essere la possibilità di avere un help desk che fornisca ai partecipanti supporto sia sui temi tecnologici che sugli aspetti comunicativi. Ci sono poi alcune funzionalità non indispensabili ma molto utili come la consapevolezza della presenza altrui su internet e possibilità di Instan Messaging. Per esempio, nello scrivere il messaggio il partecipante può indicare se si tratta di una domanda, affermazione o info di servizio, oppure può rileggere ed evidenziare le frasi salienti o ancora registrare e ritrasmettere e sessioni sincrone.
La seconda tipologia di esigenza riguarda la produzione, in cui si includono le modalità con cui un gruppo collaborativo, attraverso un insieme di strumenti, arriva a creare un prodotto. Per perseguire questo fine occorrono degli spazi di produzione cooperativa sincrona (lavagna condivisa), il controllo versioni e sincronizzazione accessi, strumenti per la pianificazione e la gestione dei progetti (calendari con attività), oltre che di supporto. È sicuramente imprescindibile essere connessi a Internet e disporre di strumenti per la gestione dell’attenzione, per avere notifiche in tempo reale.
La terza tipologia, quella della memoria, esemplifica la necessità di mantenere un sistema che possa gestire la memoria di gruppo, condividendo esperienze, storie, procedure e strumenti. Questo repositorio, costituito dai documenti prodotti dalle attività della comunità e integrato con materiali esterni, deve essere in grado di riorganizzarsi per accogliere contributi successivi: vanno quindi garantiti tutti quegli elementi utili a ciò.
Infine serve una FAQ, se adeguatamente organizzata e aggiornata, può rivelarsi un concentrato di competenze che aiutano il neofita e consente agli esperti di non rispondere continuamente alle medesime domande.
Un’ulteriore esigenza richiede che lo spazio di comunicazione e il repositorio siano in stretta relazione, per permettere un facile rimando a un documento citato o commentato, e integrati in modo soddisfacente.
I ruoli e l’identita’
Il sistema di ruoli, all’interno della comunità virtuale, vuole garantire l’equilibrio e l’integrazione reciproca della dimensione informativa e di quella partecipativa, sostenendo al contempo diversi livelli di expertise e “prospettive” individuali e collettive.
Poiché è altresì fondamentale in una comunità la valorizzazione delle identità dei suoi membri e il loro senso di appartenenza, percepito nella definizione del loro ruolo, è necessario disporre di un sistema di esplicitazione e mantenimento dei profili dei partecipanti che offra servizi quali who’s who (una scheda di presentazione di sé, corredata di fotografia, che descrive il profilo professionale o scolastico e le caratteristiche personali). Questo repertorio di profili dovrebbe essere integrato con l’ambiente di gestione della comunicazione e della documentazione in modo che si possa risalire immediatamente al profilo dell’autore di un messaggio o di un documento.
Un altro servizio è costituito dal controllo dell’accesso dei partecipanti alle aree di comunicazione, memoria e produzione e si lega ai diritti di accesso: questi ultimi devono essere conferiti dall’amministratore a ciascun membro o a sottogruppi e possono variare nel tempo rispetto all’evoluzione del ruolo di ogni partecipante.
Il sistema di gestione dell’identità può inoltre permettere che nel profilo dei partecipanti possa essere segnato il grado di autorevolezza, che può essere proporzionale al successo di ogni partecipante nel sostegno delle dinamiche dell’apprendimento collaborativo.
Il monitoraggio e la valutazione
Il monitoraggio e la valutazione individuali e collettivi dei processi cooperativi nella costruzione di nuova conoscenza sono elementi importanti per chi si occupa di comunità virtuali.
Infatti, i prodotti e le performance dei singoli hanno senso solo se sono situati nel contesto delle pratiche di apprendimento e se la valutazione ha carattere progressivo e analizza, in modo costante e continuo, il processo di apprendimento. Rispetto alla responsabilizzazione e ai momenti riconosciuti come essenziali per la costruzione del proprio apprendimento, si sottolinea anche l’importanza della valutazione tra pari e dell’autovalutazione.
Secondo quest’ottica, il sistema dovrebbe fornire sia agli amministratori che ai partecipanti strumenti per determinare la partecipazione attiva rispetto agli accessi al sistema, alla produzione, alla lettura e alla risposta dei messaggi, ecc. In questo contesto esistono due prospettive: la prima ricostruisce le attività di un partecipante, tenendolo fisso mentre la seconda mantiene l’attenzione su di un processo, rilevando come i partecipanti abbiano interagito e cooperato in esso sia quantitativamente che qualitativamente.
Altri servizi che dovrebbero essere fruibili sono i meccanismi per la valutazione tra pari e per la somministrazione di questionari e di raccolta e rilevazione automatica delle risposte per ricavare il gradimento e la percezione che i partecipanti hanno dell’evoluzione della comunità.
Un ulteriore servizio è costituito infine dalla gestione dei diari di bordo, documenti condivisi, che permettono di registrare gli indicatori percepiti come importanti dalla comunità.
Considerazioni conclusive
Al termine di quest’analisi delle esigenze e delle funzionalità connesse alle comunità virtuali, possiamo trarre alcune conclusioni.
Da un punto di vista metodologico, rispetto ad un paradigma di didattica trasmissiva, che privilegia l’interazione studente-docente, dovrebbe essere preferito un modello costruttivista, dove il fuoco sia posto prevalentemente sul rapporto collaborativo tra pari, e l’apprendimento individuale non sia solo migliorato dalla partecipazione ad un gruppo, ma sia il gruppo stesso ad imparare, poiché ogni membro del gruppo offra opportunità di arricchimento a tutti i membri. Per quanto riguarda gli strumenti relativi alla didattica, il computer non deve essere utilizzato unicamente per la sola presentazione automatizzata di informazioni fattuali, ma dovrebbe consentire la collaborazione e la costruzione della conoscenza, che non potrebbero aver luogo senza mezzi di comunicazione in rete. Il computer infatti, può, oltre che gestire la complessità delle discussioni molti-a-molti, offrendo la possibilità di configurarle secondo prospettive multiple, superare i limiti della memoria umana a breve termine attraverso il supporto fornito dal testo scritto nella generazione e condivisione di documenti. Da un punto di vista più operativo, un aspetto significativo è costituito dai requisiti di flessibilità della piattaforma telematica, da cui ne deriva l’esigenza di disporre di ambienti il più possibile flessibili e configurabili, che consentano attività e modalità di interazione ed apprendimento basate su approcci educativi differenziati. Sarebbe cioè utile poter pianificare le attività secondo modelli precostituiti e tuttavia non “cablati” e immodificabili nel sistema.
Concludendo, possiamo affermare che il settore delle comunità virtuali per l’apprendimento richiede ancora molto lavoro di ricerca in campo teorico, metodologico, pedagogico e tecnologico.
 

domingo, 20 de mayo de 2018

Aprendizaje colaborativo_Bergamo_grupo C


La semana pasada estuve haciendo una visita docente en la Università degli Studi di Bergamo. Una de las sesiones era un taller, una clase práctica en la asignatura de Laboratorio ordinamentale di didattica II  de la profesora Cristina Casaschi en la que pusimos en acción la técnica denominada PUZZLE con un grupo de estudiantes de segundo año de Scienze della Formazione Primaria en la que trabajaron el artículo COMUNITÀ VIRTUALI PER L’APPRENDIMENTO E NUOVE TENCOLOGIE de Stefania Manca – Luigi Sarti.
Este segundo trabajo corresponde al grupo compuesto por, Lavoro eseguito da:

GRUPPO C
CARLOTTA SCANDELLA 1047388
SARA SPREAFICO 1044972
MARTINA PASINI 1048412
VALENTINA PIANTONI 1045771


11\05\2018

Lavoro cooperativo di gruppo sull’articolo: “Comunità virtuali per l’apprendimento e nuove tecnologie

INTRODUZIONE

Nella parte introduttiva dell’articolo “Comunità virtuali per l’apprendimento e nuove tecnologie” vengono confrontati due tipi di approcci per l’apprendimento: il primo è il cosiddetto modello tradizionale del trasferimento di conoscenza, per cui l’apprendimento significa esibizione di conoscenze misurabili, oggettive e universali; il secondo paradigma invece è il modello delle comunità di apprendimento, secondo cui non ci si basa più sul trasferimento di saperi ma sull’apprendimento situato.
È proprio questo secondo approccio, ovvero quello di matrice costruttivista, che si sta imponendo sempre più.
In questo caso studiare in gruppo è più favorevole che farlo singolarmente, in quanto il supporto interviene nella zona di sviluppo prossimale del singolo.
Vengono presentate diverse comunità di apprendimento:

1.      Communities of Learners
2.      Knowledge Building communities
3.      Learning communities
4.      Communities of inquiry
Partendo dal concetto di istruzione “ancorata” vengono ridisegnati i contesti di apprendimento strettamente legati alle realtà in cui gli studenti sono coinvolti in maniera attiva.
Sull’approccio costruttivista si sono innestati anche gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni, andando a fondare le cosiddette Computer supported collaborative learning, il cui obiettivo è quello di superare i limiti di un apprendimento “hic et nunc”, propri dell’aula scolastica, per ancorare l’apprendimento a contesti culturali e sociali più ampi e diversificati.
Un ulteriore proposta che emerge è la Comunità di pratica che enfatizza il processo dialogico all’interno del processo di apprendimento attraverso la reificazione e la partecipazione dei membri del gruppo.
COMUNITÀ VIRTUALI PER L’APPRENDIMENTO E COMUNITÀ DI PRATICA
Le comunità di pratica sono una “messa in condivisone” di conoscenze e di abilità. Nelle comunità di pratica non esiste nulla che è proprio solo di un membro singolo, ma è una messa in condivisione nel gruppo: i concetti \ le conoscenze appartengono a tutti; per questo si parla di comunità. Queste conoscenze vengono utilizzate per risolvere problemi veri e propri che nascono all’interno della comunità stessa e non problemi ipotetici. In questo modo si acquisiscono competenze spendibili nella dimensione pratica, dell’agire e del fare. Dunque, si passa dalla conoscenza (propria e altrui) alla competenza. Applicando e apprendendo contemporaneamente si arricchisce sia la propria identità che il proprio apprendimento. È come se si partisse da una posizione marginale, ma attraverso la condivisone delle proprio idee e ricevendo conoscenze dagli altri membri, ci si avvicina al centro della comunità con un bagaglio completo.
LE ESIGENZE CHE EMERGONO E LE FUNZIONI CHE LE POSSONO SODDISFARE: la comunicazione, la produzione, la memoria, i ruoli di identità, il monitoraggio, la valutazione
La comunità virtuale vive grazie ai servizi della piattaforma telematica. Essa definisce i flussi comunicativi e le modalità di produzione. La tecnologia che fa da supporto per la collaborazione è diversa da quella collaborativa perché la prima fa da supporto per le interazioni e gli scambi comunicativi ma non orienta le attività; mentre la seconda è finalizzata alla creazione di nuovi modi comuni di vedere, agire e conoscere. Le esigenze per la comunità virtuale sono divise per categorie:
1.       Comunicazione
2.       Produzione 
3.       Memoria 
4.       Ruoli e identità
5.       Valutazione
Da queste esigenze, emergono le funzionalità e l’usabilità della piattaforma telematica, che devono tener conto sia degli aspetti funzionali in quanto tali (che cosa posso fare?), sia delle modalità e delle politiche d’interazione (come lo posso fare?).
COMUNICAZIONE
Un sistema di supporto dovrebbe offrire uno spazio dinamico per permettere la discussione e la cooperazione per argomenti, fasi progettuali, obiettivi educativi, ecc. Devono in prima istanza essere garantite: modalità di comunicazione basate su testo sia asincrone (bulletin board) che sincrone (chat); modalità di comunicazione basati su audio (audio-conferecing), video (desktop conferencing), video conferenza, grafica computerizzata (MOO/MUD vedi sotto) o help desk che fornisca ai partecipanti supporto sia sui temi tecnologici che sugli aspetti comunicativi.
Alcune funzionalità non indispensabili ma molto utili sono: possibilità di Instan Messaging e opportunità di indicare, mentre si scrive un messaggio, se si tratta di una domanda, affermazione o informazioni di servizio; modalità di organizzazione e rappresentazione dei messaggi che consente di rileggere ed evidenziare le frasi salienti e possibilità di registrare e ritrasmettere e sessioni sincroniche
PRODUZIONE
È necessario poter organizzare il gruppo collaborativo attraverso l’insieme di strumenti che facilitano il processo e che migliorino l’interazione tra i vari membri del gruppo. Questi strumenti sono: lo spazio di produzione cooperativa sincronica (lavagna condivisa, database); il controllo della versione e sincronizzazione; gli strumenti utilizzati per la pianificazione e gestioni progettuali (calendari con attività), e quelli di supporto per il braistorming; i dispositivi che permettono l’integrazione con il mondo internet e la gestione dell’attenzione. 
LA MEMORIA
Vi è la necessità di costruire un corpus di documenti, formato da storie, esperienze, …  la memoria è costruito dai contributi dei membri del gruppo, opportunamente integrati da contributi esterni.
La memoria deve garantire l’integrazione con gli strumenti utilizzati dai membri del gruppo; la reperibilità e facilità di ricerca degli elementi; l’integrazione col mondo Internet (dovrà quindi esser possibile attingere ai vari data base); la gestione di dati multimediali (devono essere accessibili filmati, immagini); meccanismi di organizzazione e di classificazione dei documenti; strumenti per la realizzazione e la fruizione di glossari e ontologie e strumenti di FAQ, ovvero di testi che possano rispondere a domande da parte di partecipanti stranieri.
La memoria deve mettere a disposizione documenti che possano essere inseriti nell’ambito della comunicazione, cioè ci deve essere la possibilità di discuterli o confrontarli.
I RUOLI E L’IDENTITA’
I partecipanti all’interno di un gruppo ricoprono un preciso ruolo e questo facilita l’integrazione sociale. È quindi fondamentale valorizzare le identità dei singoli e il senso di appartenenza.
È quindi necessario che ogni partecipante definisca e pubblichi una scheda di presentazione di sé. Soprattutto in situazioni virtuali dove ci si incontra raramente (o per niente) strumenti di questo tipo consentono di ridurre la distanza “sociale”.
Oltre a ciò deve essere immediato risalire al profilo dell’autore di un messaggio o di un documento. Oltre al nome e al cognome è quindi necessario che ogni partecipante sia identificato anche con una foto.
Deve esserci un amministratore della comunità che conferisce ai singoli partecipanti o a sotto-gruppi i diritti di accesso. Questi diritti di accesso possono subire variazioni. Più un soggetto partecipa più ha accesso al gruppo. Legato a quest’ultimo aspetto, ogni partecipante può raggiungere un certo gradi di reputazione ed autorevolezza
IL MONITORIAGGIO E LA VALUTAZIONE
È importante effettuare una valutazione e un monitoraggio sia a livello individuale che collettivo. La valutazione ha carattere progressivo e costante, cioè si estende lungo tutto il processo di apprendimento. È importante la valutazione tra pari e dell’auto-valutazione come forme di responsabilizzazione e momenti essenziali per la costruzione del proprio percorso di apprendimento.
Per facilitare ciò bisognerebbe mettere a disposizione strumenti per determinare chi partecipa attivamente, cioè chi accede al sistema e ai documenti a disposizione. In quest’ambito sono possibili due prospettive: prendere in considerazione un determinato partecipante e ricostruire le sue attività; fermare l’attenzione su un processo o un documento condiviso e rilevare come i partecipanti hanno contribuito nel tempo.
Altri strumenti utili per la valutazione sono il questionario, la valutazione tra pari, ad esempio la possibilità di valutare la qualità dei messaggi degli altri e il diario di bordo, quindi dei documenti che vengono costruiti da più partecipanti.
CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Al termine di quest’analisi delle esigenze e delle funzionalità connesse alle comunità virtuali, possiamo trarre alcune conclusioni: da un punto di vista metodologico rispetto ad un paradigma di didattica trasmissiva, che privilegia l’interazione studente-docente, dovrebbe essere preferito un modello costruttivista, dove il fuoco sia posto prevalentemente sul rapporto collaborativo tra pari, e l’apprendimento individuale non sia solo migliorato dalla partecipazione ad un gruppo, ma sia il gruppo stesso ad imparare, dove ogni membro del gruppo offra opportunità di arricchimento a tutti i membri. Possiamo fare in oltre altre considerazioni rispetto al ruolo del computer, e più in generale degli strumenti a supporto della didattica. Il computer, per esempio, non deve limitarsi alla sola presentazione automatizzata di informazioni fattuali, ma dovrebbe consentire la collaborazione e la costruzione della conoscenza che non potrebbero aver luogo senza mezzi di comunicazione in rete e strumenti software per lo sviluppo della comprensione di gruppo. Il computer infatti, può, oltre che gestire la complessità delle discussioni molti-a-molti, offrendo la possibilità di configurarle secondo prospettive multiple, superare i limiti della memoria umana a breve termine attraverso il supporto fornito dal testo scritto nella generazione e condivisione di documenti.
Da un punto di vista più operativo, un aspetto significativo è costituito dai requisiti di flessibilità della piattaforma telematica. Ne deriva l’esigenza di disporre di ambienti il più possibile flessibili e configurabili, che consentano attività e modalità di interazione ed apprendimento basate su approcci educativi differenziati.    Sarebbe cioè utile poter pianificare le attività secondo modelli precostituiti e tuttavia non “cablati” e immodificabili nel sistema.
Concludendo possiamo affermare che il settore delle comunità virtuali per l’apprendimento richiede ancora molto lavoro di ricerca in campo teorico, metodologico, pedagogico e tecnologico.

GRUPPO C

CARLOTTA SCANDELLA 1047388
SARA SPREAFICO 1044972
MARTINA PASINI 1048412
VALENTINA PIANTONI 1045771