La semana pasada estuve haciendo una visita docente en la Università
degli Studi di Bergamo. Una de las sesiones era un taller, una clase
práctica en la asignatura de Laboratorio ordinamentale di didattica II de la profesora Cristina Casaschi en
la que pusimos en acción la técnica denominada PUZZLE con un grupo de
estudiantes de segundo año de Scienze della Formazione Primaria en la
que trabajaron el artículo COMUNITÀ VIRTUALI PER L’APPRENDIMENTO E NUOVE TENCOLOGIE de Stefania Manca – Luigi Sarti.
Este segundo trabajo corresponde al grupo compuesto por, Lavoro eseguito da:
Este segundo trabajo corresponde al grupo compuesto por, Lavoro eseguito da:
GRUPPO C
CARLOTTA SCANDELLA 1047388
SARA SPREAFICO 1044972
MARTINA PASINI 1048412
VALENTINA PIANTONI 1045771
Lavoro
cooperativo di gruppo sull’articolo: “Comunità
virtuali per l’apprendimento e nuove tecnologie”
INTRODUZIONE
Nella parte introduttiva dell’articolo “Comunità virtuali per l’apprendimento e
nuove tecnologie” vengono confrontati due tipi di approcci per
l’apprendimento: il primo è il cosiddetto modello tradizionale del trasferimento di
conoscenza, per cui l’apprendimento significa esibizione di conoscenze
misurabili, oggettive e universali; il secondo paradigma invece è il modello
delle comunità di apprendimento, secondo cui non ci si basa più sul
trasferimento di saperi ma sull’apprendimento situato.
È proprio questo secondo approccio, ovvero quello di
matrice costruttivista, che si sta imponendo sempre più.
In questo caso studiare in gruppo è più favorevole che
farlo singolarmente, in quanto il supporto interviene nella zona di sviluppo
prossimale del singolo.
Vengono presentate diverse comunità di apprendimento:
1.
Communities
of Learners
2.
Knowledge
Building communities
3.
Learning
communities
4.
Communities
of inquiry
Partendo dal concetto di istruzione “ancorata” vengono
ridisegnati i contesti di apprendimento strettamente legati alle realtà in cui
gli studenti sono coinvolti in maniera attiva.
Sull’approccio costruttivista si sono innestati anche
gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni, andando a fondare le cosiddette Computer supported collaborative learning,
il cui obiettivo è quello di superare i limiti di un apprendimento “hic et nunc”, propri dell’aula
scolastica, per ancorare l’apprendimento a contesti culturali e sociali più
ampi e diversificati.
Un ulteriore
proposta che emerge è la Comunità di
pratica che enfatizza il processo dialogico all’interno del processo di
apprendimento attraverso la reificazione e la partecipazione dei membri del
gruppo.
COMUNITÀ VIRTUALI
PER L’APPRENDIMENTO E COMUNITÀ DI PRATICA
Le comunità di
pratica sono una “messa in condivisone” di conoscenze e di abilità. Nelle
comunità di pratica non esiste nulla che è proprio solo di un membro singolo,
ma è una messa in condivisione nel gruppo: i concetti \ le conoscenze
appartengono a tutti; per questo si parla di comunità. Queste conoscenze
vengono utilizzate per risolvere problemi veri e propri che nascono all’interno
della comunità stessa e non problemi ipotetici. In questo modo si acquisiscono
competenze spendibili nella dimensione pratica, dell’agire e del fare. Dunque,
si passa dalla conoscenza (propria e altrui) alla competenza. Applicando e
apprendendo contemporaneamente si arricchisce sia la propria identità che il
proprio apprendimento. È come se si partisse da una posizione marginale, ma
attraverso la condivisone delle proprio idee e ricevendo conoscenze dagli altri
membri, ci si avvicina al centro della comunità con un bagaglio completo.
LE ESIGENZE CHE EMERGONO E LE FUNZIONI
CHE LE POSSONO SODDISFARE: la
comunicazione, la produzione, la memoria, i ruoli di identità, il monitoraggio,
la valutazione
La comunità virtuale vive grazie ai servizi della
piattaforma telematica. Essa definisce i flussi comunicativi e le modalità di
produzione. La tecnologia che fa da supporto per la collaborazione è diversa da
quella collaborativa perché la prima fa da supporto per le interazioni e gli
scambi comunicativi ma non orienta le attività; mentre la seconda è finalizzata
alla creazione di nuovi modi comuni di vedere, agire e conoscere. Le esigenze
per la comunità virtuale sono divise per categorie:
1. Comunicazione
2. Produzione
3. Memoria
4. Ruoli
e identità
5. Valutazione
Da queste esigenze, emergono le funzionalità e
l’usabilità della piattaforma telematica, che devono tener conto sia degli
aspetti funzionali in quanto tali (che
cosa posso fare?), sia delle modalità e delle politiche d’interazione (come lo posso fare?).
COMUNICAZIONE
Un sistema
di supporto dovrebbe offrire uno spazio dinamico per permettere la discussione
e la cooperazione per argomenti, fasi progettuali, obiettivi educativi, ecc.
Devono in prima istanza essere garantite: modalità di comunicazione basate su
testo sia asincrone (bulletin board) che sincrone (chat); modalità di
comunicazione basati su audio (audio-conferecing), video (desktop
conferencing), video conferenza, grafica computerizzata (MOO/MUD vedi sotto) o help
desk che fornisca ai partecipanti supporto sia sui temi tecnologici che
sugli aspetti comunicativi.
Alcune
funzionalità non indispensabili ma molto utili sono: possibilità di Instan
Messaging e opportunità di indicare, mentre si scrive un messaggio, se si
tratta di una domanda, affermazione o informazioni di servizio; modalità di
organizzazione e rappresentazione dei messaggi che consente di rileggere ed
evidenziare le frasi salienti e possibilità di registrare e ritrasmettere e
sessioni sincroniche
PRODUZIONE
È
necessario poter organizzare il gruppo collaborativo attraverso l’insieme di
strumenti che facilitano il processo e che migliorino l’interazione tra i vari
membri del gruppo. Questi strumenti sono: lo spazio di produzione cooperativa
sincronica (lavagna condivisa, database); il controllo della versione e
sincronizzazione; gli strumenti utilizzati per la pianificazione e gestioni
progettuali (calendari con attività), e quelli di supporto per il
braistorming; i dispositivi che permettono l’integrazione con il mondo internet
e la gestione dell’attenzione.
LA MEMORIA
Vi è la necessità di costruire un corpus di documenti,
formato da storie, esperienze, … la
memoria è costruito dai contributi dei membri del gruppo, opportunamente
integrati da contributi esterni.
La memoria deve garantire l’integrazione con gli
strumenti utilizzati dai membri del gruppo; la reperibilità e facilità di
ricerca degli elementi; l’integrazione col mondo Internet (dovrà quindi esser
possibile attingere ai vari data base); la gestione di dati multimediali
(devono essere accessibili filmati, immagini); meccanismi di organizzazione e
di classificazione dei documenti; strumenti per la realizzazione e la fruizione
di glossari e ontologie e strumenti di FAQ, ovvero di testi che possano
rispondere a domande da parte di partecipanti stranieri.
La memoria deve
mettere a disposizione documenti che possano essere inseriti nell’ambito della
comunicazione, cioè ci deve essere la possibilità di discuterli o confrontarli.
I RUOLI E
L’IDENTITA’
I partecipanti all’interno di un gruppo ricoprono un
preciso ruolo e questo facilita l’integrazione sociale. È quindi fondamentale
valorizzare le identità dei singoli e il senso di appartenenza.
È quindi necessario che ogni partecipante definisca e
pubblichi una scheda di presentazione di sé. Soprattutto in situazioni virtuali
dove ci si incontra raramente (o per niente) strumenti di questo tipo
consentono di ridurre la distanza “sociale”.
Oltre a ciò deve essere immediato risalire al profilo
dell’autore di un messaggio o di un documento. Oltre al nome e al cognome è quindi
necessario che ogni partecipante sia identificato anche con una foto.
Deve esserci un
amministratore della comunità che conferisce ai singoli partecipanti o a
sotto-gruppi i diritti di accesso. Questi diritti di accesso possono subire
variazioni. Più un soggetto partecipa più ha accesso al gruppo. Legato a
quest’ultimo aspetto, ogni partecipante può raggiungere un certo gradi di
reputazione ed autorevolezza
IL MONITORIAGGIO
E LA VALUTAZIONE
È importante effettuare una valutazione e un
monitoraggio sia a livello individuale che collettivo. La valutazione ha
carattere progressivo e costante, cioè si estende lungo tutto il processo di
apprendimento. È importante la valutazione tra pari e dell’auto-valutazione
come forme di responsabilizzazione e momenti essenziali per la costruzione del
proprio percorso di apprendimento.
Per facilitare ciò bisognerebbe mettere a disposizione
strumenti per determinare chi partecipa attivamente, cioè chi accede al sistema
e ai documenti a disposizione. In quest’ambito sono possibili due prospettive:
prendere in considerazione un determinato partecipante e ricostruire le sue
attività; fermare l’attenzione su un processo o un documento condiviso e
rilevare come i partecipanti hanno contribuito nel tempo.
Altri strumenti
utili per la valutazione sono il questionario, la valutazione tra pari, ad
esempio la possibilità di valutare la qualità dei messaggi degli altri e il
diario di bordo, quindi dei documenti che vengono costruiti da più
partecipanti.
CONSIDERAZIONI
CONCLUSIVE
Al termine
di quest’analisi delle esigenze e delle funzionalità connesse alle comunità
virtuali, possiamo trarre alcune conclusioni: da un punto di vista metodologico
rispetto ad un paradigma di didattica trasmissiva, che privilegia l’interazione
studente-docente, dovrebbe essere preferito un modello costruttivista, dove il
fuoco sia posto prevalentemente sul rapporto collaborativo tra pari, e
l’apprendimento individuale non sia solo migliorato dalla partecipazione ad un
gruppo, ma sia il gruppo stesso ad imparare, dove ogni membro del gruppo offra
opportunità di arricchimento a tutti i membri. Possiamo fare in oltre altre
considerazioni rispetto al ruolo del computer, e più in generale degli
strumenti a supporto della didattica. Il computer, per esempio, non deve
limitarsi alla sola presentazione automatizzata di informazioni fattuali, ma
dovrebbe consentire la collaborazione e la costruzione della conoscenza che non
potrebbero aver luogo senza mezzi di comunicazione in rete e strumenti software
per lo sviluppo della comprensione di gruppo. Il computer infatti, può, oltre
che gestire la complessità delle discussioni molti-a-molti, offrendo la
possibilità di configurarle secondo prospettive multiple, superare i limiti
della memoria umana a breve termine attraverso il supporto fornito dal testo
scritto nella generazione e condivisione di documenti.
Da un
punto di vista più operativo, un aspetto significativo è costituito dai
requisiti di flessibilità della piattaforma telematica. Ne deriva l’esigenza di
disporre di ambienti il più possibile flessibili e configurabili, che
consentano attività e modalità di interazione ed apprendimento basate su
approcci educativi differenziati.
Sarebbe cioè utile poter pianificare le attività secondo modelli
precostituiti e tuttavia non “cablati” e immodificabili nel sistema.
Concludendo
possiamo affermare che il settore delle comunità virtuali per l’apprendimento
richiede ancora molto lavoro di ricerca in campo teorico, metodologico,
pedagogico e tecnologico.
GRUPPO C
CARLOTTA SCANDELLA 1047388
SARA SPREAFICO 1044972
MARTINA PASINI 1048412
VALENTINA PIANTONI 1045771
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