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Lo scorso febbraio, per raffreddare il caro-libri che pesa annualmente sulle tasche degli italiani, il precedente esecutivo fissò tetti di spesa da non oltrepassare per tutti e cinque gli anni della scuola superiore. Ma, a quanto pare, rientrare nei limiti deve essere piuttosto complicato visto che l'attuale ministero guidato da Mariastella Gelmini ha lanciato l'operazione "trasparenza": un link dell'Aie (l'Associazione italiana editori) in cui le scuole possono spiegare alle famiglie perché non sono riuscite a rientrare entro i tetti fissati dalla norma. "L'area - spiega la nota ministeriale dello scorso 8 luglio - è destinata a raccogliere informazioni sulle motivazioni che hanno determinato, da parte di diverse classi, il superamento dei tetti di spesa per le adozioni dei libri di testo per l'anno scolastico 2008-2009".
Intanto, i librai lanciano una raccolta di firme per rendere detraibile fiscalmente la spesa per i libri di testo. "La spesa in testi scolastici per l'istruzione e la formazione dei giovani sostenuta oggi dalle famiglie - dichiara Paolo Pisanti, presidente dell'Ali (l'Associazione librai italiani) non va a beneficio solo dei propri figli, ma ha ricadute positive per l'intera collettività in termini di crescita culturale e sociale".
E nel question time di due giorni fa alla Camera il neoministro Gelmini è stata chiamata a rispondere sull'argomento. "Per l'anno scolastico 2008/2009 - ha risposto il ministro all'interrogazione del deputato dell'Udc, Rocco Buttiglione - abbiamo introdotto un tetto di spesa massima anche per la scuola secondaria sul prezzo di libri di testo adottati dalle scuole, e l'Aie si è impegnata a tenere i costi dei volumi sotto il limite dell'inflazione". Insomma, il problema c'è ma non si sa come risolverlo.
A fronte di un tetto di 320 euro per il primo anno del liceo classico, gli italiani ne spenderanno in media 355. Saranno quasi 330 gli euro che dovranno sborsare coloro che hanno iscritto i figli al primo anno dello scientifico. Mentre il ministero ne aveva preventivati 305. Le città più cara è risultata Palermo con 385 euro per i libri del primo anno del classico e 344 per lo scientifico. La più "parsimoniosa" sarà invece Milano: con 325 euro al classico e 317 allo scientifico. Ma nel 73 per cento dei casi esaminati la lista supera il tetto ministeriale e in 42 casi su 100 lo sforamento supera il 10 per cento. Basta dare un'occhiata ai numeri per comprendere che non è necessariamente il costo del singolo testo scolastico a determinare lo sforamento del tetto.
Spesso si assiste a interminabili liste con 20 e più libri. A Palermo, per entrare in possesso dei 23 libri di testo inseriti nella lista della prima M del liceo classico Umberto I occorrerà spendere quasi 497 euro. Al liceo classico Tasso di Roma i genitori dei ragazzini che frequenteranno la prima E dovranno rassegnarsi a spendere 37 euro per comprare ben due libri di Religione e quelli della prima G avranno l'onore di studiare sulla grammatica greca più cara: 57,8 euro. Due testi di Religione anche per gli alunni della prima G del liceo scientifico Einstein di Milano.
Ma non mancano gli esempi virtuosi. In prima C allo scientifico Leonardo Da Vinci di Milano, con soli 13 libri in elenco, si spenderanno appena 248 euro: 57 in meno del tetto di 305 euro. Stesso discorso per la prima A del liceo classico Lucrezio Caro di Roma, dove i genitori compreranno soltanto 12 libri e spenderanno 257 euro, 63 euro in meno dei 320 previsti. A vigilare affinché vengano rispettati i tetti fissati dal decreto ministeriale, fa sapere, il ministro Gelmini, dovrebbero essere i dirigenti scolastici che si dichiarano nell'impossibilità di operare. "Nel caso di superamento del tetto, quale criterio occorrerebbe seguire per rientrare entro i limiti? Quali testi fare cambiare o addirittura togliere dalla lista?". Ci sono, poi, i libri di testo delle classi intermedie (seconde, quarte e quinte) che non si possono cambiare "se non per un valido motivo".
(11 luglio 2008)